La gestione del proprio archivio documentale o fotografico, sia privato che lavorativo, richiede ordine e criterio nella salvaguardia dello stesso.
Avere a che fare, quotidianamente, con documenti e immagini da conservare e proteggere esige una serie di adempimenti e responsabilità che non sempre si riesce ad assolvere.
Per la manutenzione e organizzazione di materiali soprattutto cartacei, facilmente soggetti a macchie, graffi ed altre alterazioni che ne compromettono l’integrità, si può ricorrere alla plastificatrice.
Tutto sta a scegliere quella giusta.
Cosa offre il mercato
Intanto, vale la pena ribadire che l’uso di una plastificatrice è, in generale, un modo comodo e immediato di proteggere qualsiasi supporto, cartaceo e non, rendendolo più resistente e longevo.
Chi cerca una plastificatrice per la casa potrà scoprire mille modi di metterla a frutto, plastificando tovagliette, segnaposti, ricettari, foto e tanto altro.
Migliori plastificatrici per la casa
Anche chi studia potrà rimediare al disordine che affolla la propria scrivania affidandosi a una buona plastificatrice, in grado di preservare dall’usura libri, quaderni o disegni che non si vogliono sgualcire o strappare.
Oggi il mercato propone un’infinità di plastificatrici suddivise per tipologie: smart, XXL, a caldo, a freddo, a pouches o a bobina.
Per avere un assaggio dei migliori modelli in commercio si può dare uno sguardo alle nostre classifiche, in cui abbiamo selezionato i prodotti migliori e più votati del momento sul mercato.
In questo modo sarà più facile farsi un’idea della ‘crema’ di settore, stando alle opinioni di chi ha acquistato una data tipologia di macchina e ne è rimasto soddisfatto tessendone le lodi sui siti di confronto online tra cui il nostro.
Ma vediamo di capire meglio quali e quante plastificatrici o laminatrici si possono trovare in commercio, per agevolare la scelta nell’acquisto della macchina più confacente ai propri bisogni, senza perdere di vista il fattore ‘prezzo’.
Migliori plastificatrici per ufficio
Non solo in ufficio
Oramai la plastificatrice è uscita dall’ufficio, dove fino a ieri era relegata, per ritagliarsi uno spazio in casa, in negozio o in azienda.
Anche il mercato ha recepito l’evoluzione di questo genere di macchinari classificandoli in categorie contraddistinte da caratteristiche funzionali e fasce di prezzo differenti.
Meglio a caldo o a freddo?
Fra le varie tipologie in cui si dividono le plastificatrici di ultima generazione, uno dei principali elementi di distinzione riguarda il funzionamento, che può essere a caldo o a freddo.
Prima di lanciarsi all’acquisto della propria plastificatrice, è consigliabile informarsi su questo aspetto che rappresenta una grossa discriminante nella scelta.
A seconda del processo operativo, del tipo di pellicola utilizzata e degli usi a cui sono chiamati, questi macchinari si suddividono in plastificatrici a caldo e laminatori a freddo.
Inoltre, c’è da spezzare una lancia a favore dei modelli a freddo che, soprattutto in presenza di bambini, sono più sicure e non creano problemi al contatto.
Ma quali sono le principali differenze fra le due macchine?
I modelli a caldo…
Nella categoria delle plastificatrici a caldo rientrano dispositivi che sfruttano le pouches, speciali buste plastificanti che in fase di trattamento si fondono con il supporto irrobustendolo.
Con questo tipo di plastificatrici si ottengono risultati migliori grazie alla perfetta aderenza delle pouches o tasche plastiche al documento e al collante indotto dalle alte temperature a cui viene portata la plastificatrice nella fase di pre-riscaldamento.
Per precisione e resa ‘top’ le plastificatrici a caldo sono il massimo per l’elaborazione di piccoli formati.
…e quelli a freddo
A differenza delle macchine appena descritte, che sfruttano la forza del calore, le plastificatrici o, meglio, i laminatori a freddo si affidano esclusivamente alla pressione dei rulli per operare.
Nell’uso di questi macchinari, generalmente a funzionamento manuale, il supporto viene fatto aderire a un film adesivo e poi fatto passare tra i rulli che lo schiacciano facendolo aderire la pellicola.
Se parliamo di macchine professionali, a prescindere dalla tipologia, si può arrivare dalle poche decine di euro delle plastificatrici basiche a costi decisamente più elevati, che possono raggiungere anche svariate migliaia di euro, di pari passo con la mole e la versatilità del macchinario.
Occhio al formato
Nella scelta della plastificatrice bisogna fare attenzione anche al formato che supporta, perché non tutti gli apparecchi si adattano a lavorazioni polivalenti e multifunzionali.
Di solito, le macchine ad uso domestico si fermano al formato A4, quello di un comune foglio per intenderci, mentre salendo di fascia, sia sul piano qualitativo che di prezzo, possiamo trovare dispositivi, operanti sia a caldo che a freddo, che vanno ben oltre anche il formato standard A3, spingendosi all’elaborazione di formati per così dire ‘maggiorati’, come avviene su scala industriale.
Finiture opache o brillanti?
Quanto alle finiture, possono essere brillanti o opache.
In linea di massima, le prime sono consigliabili per dare luce al materiale trattato, nonché un aspetto più appariscente e professionale, mentre la finitura opaca si presta maggiormente alla lavorazione di prodotti finiti più nitidi e ‘anti-riflesso’.