Tutti i giorni abbiamo a che fare con documenti di ogni tipo: carte, foto, biglietti da visita, cataloghi e qualsiasi altro materiale prevalentemente cartaceo.
L’unico modo per preservarli dall’usura e dalla mano del tempo è plastificarli.
Lo sanno bene studenti, casalinghe e impiegati che ormai non possono più fare a meno di queste macchinette miracolose e salva-spazio in grado di proteggere, irrobustire e nobilitare ogni tipo di documento, disegno, pagina o immagine.
Plastificatrice Vs laminatrice: chi ha detto che sono uguali?
Quando ci si appresta all’acquisto di uno strumento atto a plastificare documenti o fotografie di ogni tipo ci si trova a un bivio: plastificatrice o laminatrice? Quale conviene acquistare fra le due?
In realtà, come dicevamo, laminatore e plastificatrice non sono la stessa cosa, anche se il risultato è analogo.
Per sgombrare il campo da equivoci va subito messo in chiaro che, nonostante entrambe le macchine siano utilizzate per plastificare fogli ed altri supporti, varia il funzionamento e i materiali di utilizzo.
Differenze
La differenza sostanziale tra plastificatrice e laminatrice consiste nella lavorazione, che avviene a caldo nelle plastificatrici e a freddo nelle laminatrici.
Ciò comporta un sistema operativo molto diverso, che per quanto riguarda le laminatrici è molto più elementare e basico.
Si tratta, infatti, di un procedimento che consiste nel pressare il foglio per mezzo di rulli la cui azione di schiacciamento fa aderire alla pagina un film o pouche plastificante.
A caldo e a freddo
Più in dettaglio, le laminatrici, conosciute anche come plastificatrici a freddo, constano di calandre, ossia di rulli particolarmente pesanti che pressano una pellicola adesiva facendola aderire al foglio da laminare.
Diversamente, le plastificatrici a caldo sfruttano il potere del calore per fondere delle particolari lamine di diversi spessori, misurabili in micron, che si ‘squagliano’ col calore, fondendosi col foglio.
Pro e contro
Sebbene sul mercato vengano spesso confuse, abbiamo visto che plastificatrice e laminatrice non sono affatto sinonimi, ma riguardano macchinari con funzionamenti e procedimenti diversi anche se si prefiggono obiettivi similari.
Quello che non cambia, infatti, è il risultato finale, tanto che si parla in entrambi i casi di plastificazione a caldo e a freddo, riferita rispettivamente alla plastificatrice e alla laminatrice standard.
Nell’uno e nell’altro caso sono da rilevare pro e contro, elencati nella seguente tabella:
Plastificatrici a caldo | Laminatrici a freddo | |
---|---|---|
Pro | – Si prestano alla plastificazione di grosse quantità e grandi formati – Fondono la colla delle pouches ottenendo migliori risultati – Se ne consiglia l’uso in uffici e aziende che prevedono alti volumi produttivi | – Consigliate per la laminazione di materiali e tessuti che si deteriorano a contatto con le alte temperature – I modelli manuali sono a consumo zero – Adatte ad essere usate anche dai bambini |
Contro | – Funzionando a caldo se ne sconsiglia l’uso in presenza di bambini – Essendo elettriche comportano maggiori consumi energetici | – Più adatte per usi saltuari e occasionali – Non raggiungono la qualità adesiva delle plastificatrici a caldo |
Diversi metodi di lavorazione
Ma cosa cambia, in pratica, nell’uso di una plastificatrice o laminatrice?
Il metodo, innanzitutto, che prende le mosse da due diversi procedimenti.
Per plastificazione si intende il rivestimento di un materiale con una pellicola o busta plastica (pouche) al fine di accrescerne la rigidità e durata nel tempo.
Trattandosi di un sistema a caldo, la colla si fonde per effetto del calore e indurisce il supporto rendendolo più resistente e duro al tatto.
Mentre nella plastificatrice assistiamo a un processo a caldo di fusione della colla o plastica di cui si compone la pouche, nelle laminatrici l’iter si affida alla sola pressione del rullo che fa aderire la pellicola adesiva al documento o foto da laminare, in modo prevalentemente manuale e senza il ricorso all’elettricità.
Proprio per questo motivo, la laminazione a freddo è più economica della plastificazione a caldo, in quanto non richiede l’utilizzo di fonti energetiche, ma c’è da dire che le pouches per laminatrici sono generalmente più costose.
In commercio è possibile reperire un’infinità di plastificatrici e laminatrici che rende la scelta assortita, ma anche più complessa, soprattutto per i neofiti.
Quale conviene?
Di fatto, le plastificatrici a caldo sono macchine automatiche o semi-automatiche più costose delle laminatrici a freddo.
Richiedono, infatti, un investimento iniziale più cospicuo, ma a volte necessario soprattutto se si cerca una macchina per usi lavorativi.
Infatti, i documenti laminati a freddo sono destinati a un’usura precoce e a rovinarsi prima di quelli trattati con le plastificatrici a caldo che, per quanto più costose, fanno guadagnare a lungo andare in qualità, velocità e resa.
Top di gamma a confronto
Ora che ne sapete di più, siete orientati all’acquisto di una plastificatrice o di una laminatrice?
Se ancora non avete le idee ben chiare, vi proponiamo per agevolarvi nella scelta di qualche top di gamma sia nel settore delle plastificatrici a caldo che delle laminatrici a freddo.
Per quanto riguarda queste ultime, se volete una macchina performante ma al tempo stesso semplice e adatta anche per usi domestici, potete optare per le laminatrici della gamma Flexa, macchinari dal funzionamento elementare che, tuttavia, adempiono con dignità al loro compito.
Se, invece, cercate laminatrici a freddo più professionali, fra i brand più in voga vi proponiamo Neolt o GBC, anche se i prezzi dei modelli più avanzati di questi marchi lievitano abbondantemente sopra i mille euro.
Nel campo delle plastificatrici a caldo domina il mercato Plastitech, un brand che produce macchine a bobina per plastificazioni a caldo su uno o entrambi i lati del supporto da trattare.
Dotate di sistema di raccolta liner e riavvolgitori posteriore per stoccare le stampe plastificate, le plastificatrici Plastitech si prestano al trattamento non solo di documenti cartacei e fotografici, ma anche di poster, manifesti e pannelli.