Ormai la plastificatrice è di casa sia in ambito domestico che scolastico o lavorativo.
Plastificare un qualsiasi documento, foglio, biglietto, disegno o foto è divenuta per tutti una prassi frequente e ordinaria in qualsiasi campo, sia privato che professionale.
Dimmi che plastificatrice usi e ti dirò chi sei
Ecco perché la gamma delle plastificatrici in commercio è quanto mai variegata e comprende una varietà di modelli, dalle macchine manuali a poche decine di euro ai ‘colossi’ ad uso industriale da migliaia di euro, in grado di smaltire grossi volumi di lavoro in poco tempo.
Una volta capito su quale modello orientarsi, a caldo o a freddo, manuale o automatico, si potrà dare libero sfogo alla propria creatività, non senza prima essersi informati sulle prestazioni delle tante proposte di mercato.
Quale plastificatrice? Tipologie
Uno dei principali caratteri distintivi che differenzia le tante plastificatrici in commercio è il sistema operativo, che può essere a caldo o a freddo.
I modelli a freddo sono generalmente manuali e comportano un significativo risparmio energetico, ma si adattano soprattutto all’elaborazione di modiche quantità di materiali e a lavorazioni di carattere saltuario.
Diversamente, le plastificatrici a caldo si caratterizzano per garantire i migliori risultati sia per quanto concerne la resa finale che le tempistiche di laminazione, conferendo una qualità e durata maggiore del supporto elaborato, anche se necessitano di fonti energetiche per funzionare.
Detto ciò, entriamo nel merito della lavorazione, andando a scoprire i segreti della plastificazione.
Istruzioni per l’uso: guida all’impiego della plastificatrice
Plastificare è di per sé un iter facile e intuitivo, ma per ottenere il miglior risultato possibile bisogna conoscere almeno i fondamentali della plastificazione per poterli mettere a frutto nel migliore dei modi.
Variano, ad esempio, gli spessori delle pellicole adesive, calcolati in micron, o delle pouches, particolari ‘tasche’ utilizzate nella plastificazione a caldo.
Ciò premesso, iniziamo a vedere come si usa la plastificatrice, cominciando dal principio e dalle dritte contenute in questo video tutorial.
Vedremo che, nonostante esistano diversi prototipi di macchine plastificatrici in commercio, il funzionamento è abbastanza simile per tutte, il che ne facilita l’approccio anche per le matricole.
L’accensione
Accendere una plastificatrice è quanto di più semplice di possa immaginare, basta premere il bottone di start e il gioco è fatto.
Ciò che può cambiare è la tempistica di riscaldamento.
Ovviamente parliamo di modelli a caldo, perché nelle laminatrici a freddo il problema non si pone, dovendo inserire manualmente il supporto da plastificare.
Lo stesso va, poi, fatto passare attraverso il rullo che lo pressa facendo aderire la pellicola adesiva.
Tornando, invece, ai modelli a caldo variano i tempi per il raggiungimento della temperatura idonea all’elaborazione del materiale da plastificare.
Una volta che si è ottenuta la plastificazione del materiale desiderato, si suggerisce di pazientare almeno una manciata di secondi prima di passare al successivo utilizzo.
Cosa fare, step by step
Vediamo ora, passo passo, cosa fare per ottenere una plastificazione perfetta, utilizzando una tasca plastificata o pouche.
Per prima cosa va inserito il documento, foto o foglio che sia, all’interno della busta in plastica accomodandolo per bene con le mani.
Fatto ciò si può premere il pulsante di avvio e iniziare la plastificazione vera e propria, che in alcuni casi può partire in automatico alla rilevazione del foglio.
E’ fondamentale per la buona riuscita dell’operazione non interrompere il procedimento fino alla fine.
Una volta terminato, si raccoglie il materiale plastificato in uscita dall’altro lato della macchina e si attende qualche minuto prima di maneggiarlo per consentirne una perfetta asciugatura.
Per completare l’opera si può procedere allo stondamento degli angoli con l’ausilio di una taglierina, a volte integrata nella macchina o venduta nella confezione, che serve per tagliare la carta in eccesso.
Sebbene le moderne plastificatrici siano macchine sicure e collaudate, si consiglia sempre di procedere con cautela se si utilizza un modello a caldo, per evitare scottature in fase di pre-riscaldamento dell’apparecchio.
Tagli e…ritagli
Il più delle volte si ha bisogno di plastificare un foglio, una pagina, una foto o un documento così come sono, senza dover intervenire per ridurli o tagliarli.
In tal caso l’operazione è semplice e immediata, ma se c’è da plastificare una sola porzione di materiale, occorre procedere con dei tagli preliminari delle parti da laminare, avvalendosi dell’apposita taglierina.
Meglio tagliare prima o dopo le figure desiderate?
Attenzione ai micron
Non tutte le plastificatrici supportano gli stessi spessori e formati.
In particolare, bisogna monitorare il tetto massimo di micron supportabili dalla macchina in dotazione, intendendo con questi l’unità di misura che serve a quantificare lo spessore del foglio da elaborare.
Certi furbetti provano a forzare la macchina inserendo spessori pari al doppio di micron tollerabili, ma il risultato oltre ad essere deludente potrebbe compromettere il buon funzionamento dell’apparecchio o provocare inceppamenti del foglio.
Da evitare!
Come ottenere ‘micro-plastificazioni’
A volte si ha bisogno di plastificare qualcosa di molto piccolo, come ad esempio un biglietto da visita, una tessera, una card o un badge.
In tal caso, come fare?
Anche in questo genere di lavoretti le plastificatrici si rivelano preziose, ma non senza qualche accorgimento preliminare.
Si consiglia, a riguardo, di inserire il biglietto o foglietto da laminare all’interno della busta o pouche nella parte inferiore della tasca e di posizionare i pezzetti in modo da far aderire le lamine.
Una volta fatti coincidere i lembi della pouche e assicurarvi che sia sigillata, potete procedere al suo inserimento nella macchina, facendola scorrere senza tirarla.
Se alla fine vi accorgerete di dover rifilare gli spigoli potrete sempre farlo con l’apposito stondatore.